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MOSTRE

Viù "Land escape"

17.12.2020

Kromìa è lieta di presentare Land Escape, prima collettiva del progetto-rete Viù, che unisce sei sguardi fotografici attorno all’intento di esprimere un nuovo modo di vivere la fotografia di paesaggio.
Presentando Land Escape, Kromìa è parte di Contemporaneamente, evento di riapertura collettiva post-lockdown di oltre 30 spazi per l’arte campani, che nei tre giorni di giovedì 17, venerdì 18 e sabato 19 dicembre accoglieranno i visitatori in condizioni di sicurezza e a ingressi contingentati, seguendo uno speciale orario no-stop 11.00-19.00.
 
Gli autori di Viù, tutti fotografi generalmente impegnati in ricerche di altro ambito, scoprono come il travaso della loro esperienza sul dato paesaggistico consente - lungi dal banale divertissement - sperimentazione di libertà, gusto, eccessi, passione, ricognizioni metalinguistiche.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): “Al di là dell’oleografia, vola un accento. (...) Quello sdrucciolare della voce verso la fine, tipico della cadenza partenopea, si impadronisce dell’anglofonia trasformandola in neologismo: un sovversivo Viù che mutua dal view solo la voglia di guardare, ma libera la percezione dagli stereotipi compiacenti una visione eterodiretta. Re-impadronendosi, appunto, di uno sguardo autonomo, anche complice con le aspettative tradizionali, ma in nuovo senso consapevole, ludico, e autoriflessivo. Un nome che è travaso linguistico, ma soprattutto percettivo: un manifesto d’intenti. (...) E così, Adriano Rubino si immerge nell’emotività dei cieli, Alfonso Grotta ingemma di effetti favolistici e dettagli arditi, Carlo Hermann personifica oggetti come apposizioni antropiche, Maurizio Criscuolo situa i vissuti del bello in un realismo radicante, Paolo Cappelli progetta architetture di spazi e tempi resi geometrie, Roberto Della Noce virtuosisticamente plasma e fonde fluidi luminosi e coloristici come materie alchemiche mozzafiato. L’osservatorio del mondo si tramuta in osservatorio di stili. Che nessuno più abbia paura di porre l’accento sull’amore per la propria, sbalorditiva, terra”.
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Lino Rusciano "Braveries"

13.12.2019

In mostra, opere dalla recente produzione dell’autore.
Prodezze ed esibizionismi marini di ragazzi catturati in strada sul lungomare partenopeo divengono nell’obiettivo dell’artista, tra sensibilità psicologica e ricerca antropologica, la scrittura di un micro-mondo sociale sofferto di non inclusione, eppure pregno di energie e speranze. Costruendo un’estetica fuori dal tempo in bianco e nero, tra plasticità scultorea e finezza ritrattistica.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «E così, quasi scultorei bronzi d’altri tempi - tra Arturo Martini e Adolfo Wildt - o misteriosi manichini di Carrà appaiono, nel controluce esasperato che ne rileva come altorilievi la plasticità dal fondo abbacinato, gli scugnizzi catturati dall’artista in bravate marine. Acrobazie che istantaneamente, come improvvisamente animate da un daimon animico, sfilacciano la sodezza delle pose e del mito della forza anelato dalla loro guasconeria in arabeschi tessuti in cielo da slanci aerei come gabbiani, quasi broderies liberty. O in lievi, eleganti linearismi etruschi di novelli Tuffatori. Tuffi che spiccano voli in una vita anelata come migliore. E poi, la camera si ravvicina, cerca la psiche. Quella acronica di una fanciullezza ardita e ingenua archetipica, ritrovata nella bicromia di una Napoli senza tempo che, esponendo onde, architetture e muri quasi completamente svuotati di ulteriori riferimenti cronologici, diviene quella degli Alinari. O addirittura la Neapolis memore dei bronzetti ellenistici, così come dei Pescatori di Gemito. (…) E così, la separatezza del tempo diviene specchio di una purtroppo perdurante separazione sociologica, intesa come non inclusione dei giovani di provenienze difficili. (…) Antropologia di tuffi di riscatto. Raccolti dalle braccia di un’estetica scultorea e idea metafisica della potenza e sorpresa dei voli di giovinezza».
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Gaetano Massa "RaPortraits"

04.10.2019

In mostra, opere dalla recente produzione dell’autore.
Testimoniando l’intenso vissuto umano e artistico dei nuovi miti dell’hip hop, Gaetano Massa propone una carrellata di ritratti dei suoi protagonisti in cui contesto e personaggio divengono un tutt’uno.
Come del resto è naturale per un genere che nasce proprio quale rivendicazione e riscatto delle proprie origini. Inclusive in particolare di provenienze geografiche e sociali ad alto tasso di difficoltà.
Non a caso, completano il progetto alcuni scatti di piccolo formato proposti a latere dell’esposizione sotto forma di cartoline in open edition, con immagini catturate dall’autore in centri di accoglienza per migranti che utilizzano l’attività musicale come strumento di integrazione ed espressione.
Il ricavato di vendita delle cartoline verrà devoluto interamente da Kromìa e l’artista a YouThink - Associazione di mediazione culturale, progettazione e ricerca sociale.
 
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani):
“Diretti.
Quegli occhi guardano dritto.
Senza peli sulla lingua.
Esattamente come la schiettezza, ai limiti del salace, di un MC.
(…) Ben memore di come l’hip hop altro non sia che emersione ed espressione di un contesto e una cultura di appartenenza, Gaetano Massa fa sì che le immagini dei suoi protagonisti affiorino esattamente come un tutt’uno dagli ambienti in cui sono nati.
(…)La costruzione di una mitologia per attributi, e per ambienti.
(…) Eroi di battaglie musicali e sociali ancora tutte da vincere. Straight outta - direttamente da, come spesso si presentano - il loro ambiente, il loro hood - quartiere - e il loro popolo. Tutti Achille, dal flow veloce.”
 
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Ernesto Tedeschi "Nuova enciclopedia"

31.05.2019

Curiosa contemplazione.

Surreali ma plausibili paradossi sono le lievi forzature della quotidianità di Ernesto Tedeschi, fili che nel normale scorrere della vita “si spezzano o si annodano” – come nelle parole dell’artista - dando vita a leggere increspature sulla normalità, come nutrimento di un’emotività e un’osservazione che sceglie di restare serena curiosità in superficie, e non scavo nella drammatizzazione.

Alle spalle di tutto, discreta ma sostanziante, la passione per il cinema, che dà modo di intendere il mondo, nelle tre varianti di still life, ritratto e paesaggio, come filmici indizi, protagonisti e scenografie di un enigma sottile, tanto nell’allure Pop e plasticosa di oggetti e personaggi, quanto nell’effetto quasi acquerellato di alcune vedute sovraesposte e sospese, memori della tradizione fotografica italiana, da Olivo Barbieri a Luigi Ghirri o Francesco Jodice. Unificati da un pervasivo senso di onirica sospensione semplice, grata all’estetica giapponese quanto alla Metafisica storica.

(nota critica di Diana Gianquitto)

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Mostra collettiva Kromìa da Prestige Rooms Chiaia

14.02.2019

7 AUTORI KROMIA PER PRESTIGE ROOMS CHIAIA:
GIAMPIERO ASSUMMA
FRANCESCA CHIACCHIO
MARIO FERRARA
SERGIO GOGLIA
DARIO JACOPO LAGANA'
LINO RUSCIANO
GIGI VIGLIONE
Accoglienza d’autore.
Prestige Rooms Chiaia e Kromìa danno vita insieme all’obiettivo di alloggiare e dormire nell’arte.
Sette autori per sette photo-scapes appunto, rendendo la struttura un ART B&B a tutti gli effetti: dal Vesuvio dark di GIAMPIERO ASSUMMA alle nette cromie di FRANCESCA CHIACCHIO, dai mari metafisici di MARIO FERRARA alla sensualità postcaravaggesca di SERGIO GOGLIA, dai cieli sospesi di DARIO JACOPO LAGANA' ai tuffi sorprendenti di LINO RUSCIANO e ai sognanti archetipi di GIGI VIGLIONE.
L’opening della mostra coinciderà anche con l’inaugurazione dell’attività della struttura ricettiva. Dopo il pomeriggio inaugurale, le opere Kromìa resteranno in permanenza nelle camere di Prestige Rooms Chiaia, per la fruizione dei suoi ospiti.
 
Prestige Rooms Chiaia:
Prestige Rooms Chiaia è una struttura molto innovativa, nata per iniziativa del Gruppo Grimaldi con l’intento di porsi all’avanguardia del settore extra-alberghiero cittadino. La gestione è affidata alla professionalità di un property manager come Boundless Housing e del suo team multilingue.
Prestige Rooms Chiaia offre ai suoi ospiti la possibilità di soggiornare in suite molto ampie (fino a 35Mq). Ciascuna suite è completamente insonorizzata ed è dotata di ogni comfort, inoltre la possibilità del check-in automatizzato (l’ospite riceve i codici e decide in autonomia in quale momento arrivare in struttura) è tale da rispondere al meglio alle esigenze di flessibilità di coloro che viaggiano per lavoro.
La posizione della struttura è ideale, in via S. Pasquale 56, a soli due passi dal PAN - Palazzo delle Arti di Napoli e da tutti i negozi, bar e ristoranti che fanno di Chiaia il quartiere più esclusivo ed ambito della città.
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Ana Gloria Salvia "Soliloquio"

07.12.2018

Kromìa è lieta di presentare Soliloquio, personale della fotografa cubana Ana Gloria Salvia.
In mostra, numerose opere di piccolo formato dalla recente produzione dell’autrice. Dettagli di fiori e piante, colti dall’obiettivo in sguardo ravvicinato e installati in un insieme generante polifonici rimandi estetici ed emotivi, aprono nuovi sensi al di là del dato botanico, verso il rinvenimento della sottile armonia empatica che tutto lega nell’Universo.

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Giampiero Assumma "In your hands"

11.05.2018

Kromìa è lieta di presentare "In your hands", personale del fotografo Giampiero Assumma.
In mostra, opere di medio e grande formato dalla recente produzione dell’autore. Rinvenendo un percorso visivo unificante tra alcuni suoi scatti catturanti dei gesti, si delinea un itinerario enigmatico alla scoperta di atmosfere e protagonisti senza volto, ma ritratti ancor più intensamente dalle loro sole mani.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Tentacolare, una forma composita emerge dal buio. Affiora, come da abissi. Dea Kālī dalla molte braccia, il display di In your hands di Giampiero Assumma si compone di molte vite e tanti esseri, ciascuno ritratto nelle sue mani. Pure, sofferte, enigmatiche, accoglienti, respingenti, suadenti. Quasi memorie da altre esistenze, mille episodi si compongono in un'unica entità, in una samsara circolare di rinascita e morte. (…) E così, la sciarada danzata di gesti fusi e trasmutanti l’uno nell’altro finisce per divenire espressione perfetta di ciò che per Giampiero Assumma è la fotografia: parafrasando Alejandro Jodorowsky, ‘una danza con la realtà’. Lì dove la ‘realtà’ è intesa in senso ampio, come costante interpretazione di ciò che vediamo. In un continuo incontro tra onirico e vero capace di fondere continuamente i due livelli, e in cui il rischiaramento dell’oggettivo deriva dalla trasmutazione e trasposizione che inconscio e immaginazione operano su di esso. Proprio come in una danza in cui, perdendo i confini della propria identità e tra il sé e l’esterno, a un certo punto ci si fonde con l’altro: ‘non vi è separazione col reale, ma si cerca di entrarvi dentro, ed entrandovi si rinviene anche ciò che è dentro di noi, nel silenzio di un inconscio barthesiano’».

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Majid Modir da Spazio Kromìa

23.03.2018

VENERDÌ 23 MARZO 2018 - ore 19.00
dal 23.3.2018 al 9.5.2018

Kromìa è lieta di presentare Paradiso Doppio Esposto, personale dell’artista e fotografo Majid Modir (Iran, 1961).
In mostra, opere dalla recente produzione dell’autore. Sperimentando attraverso la sovrapposizione di fotografie diverse le possibilità del medium, l’autore ottiene immagini visionarie e ammalianti, che con libere assonanze e risonanze spalancano nuove possibilità di significato su volti, luoghi e oggetti catturati.
Come nelle parole dell’autore, «L’idea dietro queste immagini è la ricerca del Paradiso promesso, quella ‘bellezza’ che credo non sia necessariamente lontana da noi o addirittura in un’altra vita, ma semplicemente esiste qui e ora, fuori dalla nostra finestra o dietro l’angolo. Credo che abbiamo solo bisogno di rimanere in ascolto e respirare, chiudere i nostri occhi e dare forma a ‘strati di impressioni’ dentro di noi».
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Luce e aria. Respirarle profondamente, per farle scendere dagli occhi nei polmoni. Questo, ciò che sente il corpo innanzi alle libere visioni doppie di Majid Modir. (…) Qualcosa che va oltre il senso del surreale di André Breton, come realtà superiore in cui conciliare veglia e sogno, e anche oltre il significato contemporaneo di augmented reality, dimensione virtuale che partecipa e del mondo naturale, dal quale scaturisce, e di quello digitale, nel quale avverare eventi ed esperienze oltre i limiti corporei umani. (…) L’arte di Modir è over-reality: una realtà al di sopra dell’altra, due immagini entrambe reali che però sono sovrapposte dando vita a una terza visione. (…) L’over-realtà di Modir è (…) unico spazio di visione in cui esprimere con doppia immagine e duplice profondità il mondo, sulla pelle prensile stavolta delle proprie percezioni allargate. Non nell’onirico, o nel surreale, ma nella contemplazione. (…) Una terza superiore visione da due immagini, dal terzo occhio dell’arte».

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Majid Modir
Artista, fotografo e graphic designer è nato in Iran nel 1961, si è trasferito in Svezia nel 1986, e recentemente in Italia, a Volterra.
Si è laureato in graphic design e illustrazione (MFA) presso l’Università di Arte, Artigianato & Design (Konstfack, Stoccolma).
Come direttore creativo dirige il proprio studio di design e insegna motion graphic presso il College of Design (Beckmans)
di Stoccolma.
Membro del “Swedish Center of Photography” e della “Swedish Artists Association”, fa parte della giuria dell’ European
Broadcast Design Award (BDA & Promax).
Ha ricevuto vari premi ed onorificenze e ha presentato le sue opere in esposizioni personali e collettive negli ultimi trent’anni,
soprattutto nei paesi nordici.

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Salvatore Castaldo FAR AWAY FROM THE EYES

02.12.2017

"FAR AWAY FROM THE EYES" DI SALVATORE CASTALDO

SABATO 2 DICEMBRE 2017 - ore 19.00
dal 2.12.2017 al 2.2.2018
SPAZIO KROMÌA
Napoli, via Diodato Lioy 11 (piazza Monteoliveto)


FAR AWAY FROM THE EYES
SALVATORE CASTALDO
2.12.2017 - 2.2.2018
KROMÌA è lieta di presentare “Far away from the eyes”, personale dell’artista Salvatore Castaldo.

In mostra, quindici opere fotografiche di medio formato in bianco e nero dalla più recente ricerca dell’autore.
In continui slittamenti e riconoscimenti di senso, immagini di sculture divengono entità emozionali e verità riposte, in un allestimento a griglia che potenzia arditi tagli compositivi, accostamenti illuminanti e ritmica chiaroscurale.

Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Fotosofia. Ectoplasmi di luce nell’ombra, apparizioni galleggianti dal fondo. Lucidità inaspettata, rivelatrice. Indefinitezza sommessa di sfumati, pittorici come sussurri. Il vedere fotografico di Salvatore Castaldo è conoscere. Sospeso tra brume sfocate che occultano il pedissequo dischiarando il senso emotivo, e inattesi tagli e dettagli arditi, abbacinanti come illuminazioni. (…) In particolare, per il fotografo l’obiettivo è risveglio, capacità di andare oltre la visione, oltre la mera registrazione meccanica del reale, e verso piuttosto il valore che lo stesso Valery tributava all’emergere lento dell’immagine dal negativo fotografico, che diviene quasi alter ego dell’affiorare della memoria e della coscienza, fino a tangere la funzione rivelatrice dei lati riposti del reale che il poeta francese attribuiva alla letteratura. Fotografia e letteratura. Castaldo inizia a fotografare, da scrittore, quando sente di aver bisogno di altra grammatica e dinamica espressiva. Gli sfrangiamenti di luce e di ombra, le improvvise illuminazioni, il filtro della lente che interdice eppure disvela il contatto diretto con la natura divengono il suo nuovo tessuto linguistico: ulteriore dimensione per parole che chiedono di uscire sotto forma di visioni. Semplici, ma potenti. ‘Ogni visionarietà è semplice’ (cit. S.Castaldo), scivola dalle parole degli occhi dell’artista, e trasforma ciascuna rivelazione in un’estasi, lontana da ogni onanismo. (…) Visi, sguardi, epidermidi intensamente teatrali, come quelli di marmo e bronzo nelle opere di Castaldo, per il quale in esse ‘ciò a cui si assiste è una tragedia greca’ (…). Scritture e teatri di luce e sofia fotografica, in una partitura di bianchi e neri potenziante rimbalzi e rimbombi interiori e sostenuta secondo una modulazione perpetua attorno a paradossi visivi e sensoriali, etica della bellezza ed emulsione energetica dal mondo. Far away from the eyes, sulla strada della poesia».

INFO:
08119569381
3315746966
info@kromia.net

www.kromia.net

Orari di apertura (verificare via telefono):
lun/merc/ven 10.30-13.30 e 16.30-19.30
mar/giov/sab 10.30-13.30

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Scarlet Lovejoy - Concerto Essenziale di Terra e di Cielo

06.10.2017

CONCERTO ESSENZIALE DI TERRA E DI CIELO

MARCO IANNACCONE/SCARLET LOVEJOY

6.10.17 – 24.11.17

KROMÌA è lieta di presentare “Concerto essenziale di terra e di cielo”, personale napoletana dell’artista e fotografo Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy.

In mostra, sei opere fotografiche di medio formato dalla serie “Concerto essenziale di terra e di cielo”, scattate nella valle dell’Engadina in cui visse e creò, a fine Ottocento, il pittore divisionista Giovanni Segantini.

Distanti dall’essere mera fotografia di paesaggio, le visioni di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy sono icastizzazione di un luogo e modalità dell’anima di riallineamento energetico, e al tempo stesso viaggio reale e metaforico alle fonti della creatività e del linguaggio non solo di Segantini ma dell’arte tutta, indagati attraverso un modulo formale ripetuto che da cornice si fa codice segnico, e contemporaneamente abbraccio emotivo.

Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): « Il culto della luce. Orchestrato nel tempio di una natura rigeneratrice. Attraverso la grammatica, oggi talora scandalosa, del bello e del sublime. Ma attraverso la ricostruzione, in senso letterale, di uno sguardo, che si fa interno ed esterno contemporaneamente.

La genesi degli scatti paesistici di Marco Iannaccone/Scarlet Lovejoy è indissolubilmente legata, in senso non aneddotico ma profondamente spirituale, all’intima dinamica estetica che li muove. L’esigenza, improvvisamente percepita nella sua potenza in un momento di vissuto particolarmente intenso dell’artista, di un attimo di raccoglimento, di riallineamento energetico nel quale ritrovare identità e struttura delle proprie forze, viene risvegliata e al tempo stesso confortata dal contatto, durante un viaggio, con l’ammaliante natura rigeneratrice dell’Engadina, che già ospitò e nutrì la vicenda artistica di Giovanni Segantini. Dimensione panica che però, nel caso di Iannaccone, viene assimilata attraverso un filtro intimamente percettivo, una camera oscura di silenzio, contemplazione, ascolto e riordinamento, che da mood atmosferico e creativo si fa vero e proprio modulo formale, fortemente caratterizzante l’intera serie, nell’ovale nero che incornicia le vedute.

[…] Ed è appunto quasi in abbraccio protettivo di questo esterno - che di noi stessi è anche genitrice e culla - così come, contemporaneamente, di un’intimità necessitante di balsamo, che si curva la cornice attorno ai paesaggi: un nero che non è buio ma ristoro, e focalizzazione, presa di fiato; un ovale che si fa occhio, sguardo interno ed esterno contemporaneamente, bilanciamento di osservazione e premura interne, verso il sé, ed esterne, verso l’altro; un modulo gestaltico e insieme metalinguistico che inquadra l’oggetto d’interesse, esalta e coscientizza le composizioni prospettiche e direttrici lineari e unifica la diversità delle visioni, nel loro ritmo alternato di orizzonti infiniti spezzati da cunei montuosi; un oculo simbolo dell’atto del vedere e della camera fotografica, e al tempo stesso attribuente incredibile pittoricismo alle immagini; e infine, segno forte culturale attraverso la storia dell’arte di tutte le epoche, a partire dai ritratti di cubicula pompeiani inscritti in cerchi e dalle cornici istoriate delle miniature medievali, fino al michelangiolesco Tondo Doni, ai dipinti fiamminghi di Bruegel o Bosch e, più avanti, alle ellissi liberty, all’illustrazione, al rettangolo lobato di Segantini stesso in L’Angelo della Vita o al Luca Maria Patella di Rubedo a Montefolle».

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Kromia raddoppia

23.06.2017

Kromìa è lieta di presentare il nuovo progetto del fotografo, compositore e musicista Fabio Orsi “Il ricordo improvviso dell’assoluto stupore”, in una serata speciale artistica e musicale in collaborazione con Riot Laundry Bar, spazio polifunzionale dedicato a musica, arte, moda, food e lifestyle.

In mostra, una trentina di opere fotografiche di medio formato, tratte dalla nuova serie “Il ricordo improvviso dell’assoluto stupore” di Fabio Orsi, oltre al box set della serie completa, cofanetto in edizione limitata edito da Backwards, contenente libro fotografico e vinile musicale LP Picture Disc, inserto e cartolina.
 

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Fabio Orsi "Il ricordo improvviso dell'assoluto stupore"

23.06.2017

Kromìa è lieta di presentare il nuovo progetto del fotografo, compositore e musicista Fabio Orsi “Il ricordo improvviso dell’assoluto stupore”, in una serata speciale artistica e musicale in collaborazione con Riot Laundry Bar, spazio polifunzionale dedicato a musica, arte, moda, food e lifestyle.
In mostra, una trentina di opere fotografiche di medio formato, tratte dalla nuova serie “Il ricordo improvviso dell’assoluto stupore” di Fabio Orsi, oltre al box set della serie completa, cofanetto in edizione limitata edito da Backwards, contenente libro fotografico e vinile musicale LP Picture Disc, inserto e cartolina.
Inoltre, nel corso della serata con aperitivo di inaugurazione, Fabio Orsi suonerà in una esibizione dal vivo dando voce, coi suoni ammalianti ed evocativi della sua musica, alle atmosfere sospese delle sue fotografie, ampia serie in bianco e nero dedicata alle sottili epifanie di bellezza nel quotidiano, e alle impalpabili, ma irretenti, spontaneità e illuminazioni emotive da esse spalancate.
Così descrive Backwards il fascino e la suggestione del lavoro:
“Il primo libro fotografico di Fabio Orsi! In uscita in abbinamento a un vinile, con un'unica e lunga traccia inedita, che è una sorta di ‘summa’ dell'universo musicale di Fabio Orsi: come i suoi primi lavori, ‘Il Ricordo Improvviso Dell'Assoluto Stupore’ è una traccia di ambient drone music profonda, con chitarre lontane e un afflato nostalgico. Ipnotica e melodica allo stesso tempo, perfettamente complementare e di completamento al suo lavoro fotografico.”
Dopo l’evento del 23 giugno, la opere in mostra resteranno in esposizione presso Riot Laundry Bar fino al 7.7.2017, e resteranno in vendita, oltre che presso Riot Laundry Bar, anche presso Spazio Kromìa.
L’evento sarà anche occasione per Kromìa di presentare, in espansione dell’attività della sua sede storica di via Diodato Lioy, il suo nuovo corner espositivo e di vendita - dedicato in particolare a opere di piccolo formato in gift box - presso Riot Laundry Bar, spazio di creatività e incontro trasversale in piena linea con la mission Kromìa di allargamento della fruizione artistica e dell’espressione fotografica.
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Inaugurazione personale di Nicolas Pascarel

20.05.2016

KROMÌA è lieta di presentare “WINTER IN AMERICA”, la nuova personale napoletana del fotografo NICOLAS PASCAREL.
“Le mie labbra sono poggiate al bordo della finestra, di fronte all’oceano. Così saranno salate quando arriverai. Non aspetto che te, non aspetto che noi. Vedi, ho pensato a tutto. Tutto quello che ami. Tu non mi hai detto l’ora, né il giorno, men che mai il mese. Dell’anno non ci interessa. Nulla importa!”
(Nicolas Pascarel, da Winter in America)

In mostra, due pannelli di grande formato dalle atmosfere intime e sospese, capaci di far dialogare arte fotografica e letteratura in sorprendente cortocircuito linguistico ed evocativo: opera tra le opere, un racconto scritto dal fotografo diviene parte integrante e deflagratore generativo del progetto espositivo.

Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): “Osservazione e precipizio. Non è così di tutti il vivere, almeno in qualche rivolo, tensione di procacciamento e struggimento degli infiniti non ancora, o non più, di cui son fatte le imperfette finestre temporali ed esistenziali delle nostre vite?
Come per l’inquieto e nostalgico amante proteso ‘comme un condor’ nel racconto di Nicolas Pascarel dalla finestra della sua torre sull’Oceano, a scorgere l’arrivo incompiuto dell’amata, o per il passeggero sulla vettura dello scatto in mostra, affacciato a un finestrino che solo gli consente di vedere un’inesatta porzione di reale dalla centralità perduta e preclusa, perché troppo veloce, o troppo lenta, è andata la vita sulla strada della sua capacità di percezione.
Brivido libertà paura. Affacciati a quelle finestre, mai perfettamente centrate con le nostre fami o esitazioni, solo in compagnia degli unici due infiniti capaci di puntellarne gli infissi: l’Oceano d’inconosciuto e possibile fuori di me, l’interminabile infilata di piani dell’arroccamento di torre dentro di me”.

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Rivista di Fotografia "EYES OPEN"

10.05.2016

Da Spazio Kromìa trovate, unico punto di distribuzione a Napoli, la rivista di Fotografia "Eyes Open". www.eyesopen.it

La rivista, fondata dalla photoeditor Manuela Cigliutti e dalla giornalista Barbara Silbe, si è collocata immediatamente tra le più prestigiose testate fotografiche nazionali, proponendo intensi lavori fotografici di personalità affermate nel campo fotografico insieme alle nuove visioni di giovani autori che hanno scelto la fotografia come strumento primario per la comunicazione del loro essere e dei loro sentimenti.
 

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Gigi Viglione da Spazio Kromia

27.11.2015

KROMÌA è lieta di presentare LA CITTÀ DEL CIELO, la prima personale napoletana del fotografo GIGI VIGLIONE.
In mostra, dodici scatti in bianco e nero di sottile suggestione, tra cielo e pietra, sulle cupole di Partenope. Non una ricognizione architettonica, ma seni e grembi di cemento capaci di contenere in un’unica forma ricorrente i mille respiri di uomo, città, anima, storia. La mostra è accompagnata da un testo dell’autore Gigi Viglione, da un testo del fotografo Massimo Velo e da un testo critico di Diana Gianquitto. Dal testo di Gigi Viglione: “La Città del Cielo è fatta da cupole coperte di pece, peli e squame come pelle di animali arcaici che custodiscono i misteri del mondo e i segreti delle storie degli uomini. […] Ne è sorto un lavoro di immagini in sequenza simili a una grammatica musicale che non si propongono come mappatura architettonica, ma diventano canto di voci di pietra, visioni, successioni di volti, presenze che si tramutano dal divino all’umano”. Dal testo critico di Diana Gianquitto: “Il tatto, il sacro, la carezza. Su una storia e una città. Dalla mano di una spiritualità laica perché cosmica, sacra perché profondamente umana. Le vibranti parole dell’artista sui suoi scatti si posano tattili e lievi sulle sue visioni e sulla percezione di esse, illuminando immediatamente il senso profondo del suo nuovo percorso visivo, che della archi-tettura prende, lasciando il comando etimologico, solo l’assonante archè: il principio, l’origine”. Dal testo di Massimo Velo: “Gigi porta lo sguardo sulle storie, ai più, invisibili. Ci racconta dettagli di luce e di texture ottenuti con uno sguardo fotogrammetrico, dove il paesaggio vive nei particolari che la natura mostra in ogni momento, generosamente, aspettando quelli come Viglione per essere scovati”.

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BILD di Sergio Goglia

06.10.2015

Dopo il successo dell'inaugurazione a Palazzo Serra di Cassano all'Istituto per gli Studi Filosofici le fotografie di Sergio Goglia sono ora visionabili da Spazio Kromìa.
 

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E.S.T. EXTREME SOCIAL TREATMENT di Paolo Cappelli & Maurizio Criscuolo

11.06.2015

KROMÌA è lieta di presentare, in collaborazione con STUDIO F64, E.S.T. – EXTREME SOCIAL TREATMENT, la prima personale napoletana dei fotografi Paolo Cappelli & Maurizio Criscuolo

In mostra, un trittico-gigantografia della dibattuta area del Centro Direzionale di Napoli e opere di piccolo formato su altri controversi episodi architettonici dell’area partenopea.

Dal testo critico di Diana Gianquitto: “Incombente, sovrastante, immersiva: urbs-Leviatano di ambivalente lettura, fagocitante o magneticamente seduttiva, rispettivamente di espressionista o futurista memoria, la città che sale e corre piomba con violenza nell’ambiente controllato delle quattro pareti. Ma lo sfondamento spaziale delle gigantografie di Paolo Cappelli e Maurizio Criscuolo, lungi dall'essere decorativo gioco di trompe-l'oeil, è finestra di consapevolezza e confronto ineludibile sul e col reale, analisi e denuncia lucide sui risultati della mala gestione politica e sociale dell'architettura nel tempo. Fedeli al rigore scientifico e conoscitivo che da sempre ne anima l’approccio al mezzo fotografico, gli artisti rendono l'obiettivo affilato strumento di indagine e l'esito, in una sorta di positivistico sperimentalismo alla Zola, esperimento di ricostruzione laboratoriale della realtà per investigare devastazioni ed effetti di ogni scempio architettonico e urbanistico”.

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Presentazione Kromia da ROCHE BOBOIS Napoli

04.05.2013

Sabato 4 Maggio 2013, ore 18-22
Roche Bobois, via Jannelli 616, Napoli

In occasione del cocktail promozionale organizzato dal negozio Roche Bobois di via Jannelli a Napoli, saranno in mostra per KROMÌA le opere di:

Luciano Ferrara
Sergio Grispello
Mario Laporta
Donato Maniello
Roberto Simoni

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